domingo, 8 de diciembre de 2019

AUTORRETRATO III - AUTORITRATTO III



 AUTORRETRATO III

Casi siempre está triste,
salvo cuando escucha a Los Beatles
o acaricia a los gatos.
O cuando es viernes
y se toma un champancito barato,
y piensa “Gracias a Dios es viernes”,
como si la vida fuera una película disco
(porque no le gustan ni los sábados,
ni los domingos,
ni los lunes,
pero los viernes todavía tienen para ella cierto encanto,
cierto aire de genuina promesa).
Es mezquina, casi siempre,
generosa, a veces,
demasiado orgullosa como para romper las fotos que no la favorecen,
demasiado orgullosa como para reescribir sus poemas.
Nunca visitó Europa,
ni aprendió a bailar,
ni usó un vestido de fiesta.
Jamás se tiñó de rubia.
Pero es tan anacrónica, tan patriarcal,
tan tonta,
que todavía sueña con castillos y valses,
y una melena como la de Rapunzel extendida
sobre la almohada del Príncipe Feliz.
Hubiera deseado no nacer,
no crecer,
no tener que morir.
Hubiera deseado un don más práctico
que el de garabatear el dolor
y ponerle el cascabel a la palabra.
Casi siempre está triste
pero sonríe
como si no le apretaran los zapatos de la rutina,
como si el amor no fuera una prenda incómoda
que le tira de la sisa,
como si su corte de pelo todavía estuviera de moda.
Está gorda,
está vieja,
está asustada.
Casi siempre está triste.
Tiene unos ojos hermosos.


AUTORITRATTO III

È quasi sempre triste,
tranne quando ascolta i Beatles
o accarezza i gatti.
Oppure quando è venerdì
e si prende uno champagnetto a buon mercato,   
e pensa “Grazie a Dio e venerdì”,
come se la vita fosse un film disco
(perché non le piacciono né i sabati
né le domeniche,
né i lunedì,
ma i venerdì hanno ancora per lei un certo fascino,
una certa aria di genuina promessa).
È tirchia, quasi sempre,
generosa, a volte,
troppo orgogliosa come per rompere le foto che non le rendono giustizia,
troppo orgogliosa come per riscrivere le sue poesie.
Non ha mai visitato l’Europa,
né  imparato a ballare, 
né usato un abito da sera.
Non si è mai fatta bionda.
Ma è così anacronistica, così patriarcale,
così scema,
che sogna ancora con i castelli e i valzers,
e una criniera come quella di Rapunzel distesa
sul cuscino del Principe Felice.
Avrebbe desiderato di non nascere,
non crescere,
non dover morire.
Avrebbe desiderato un dono più pratico
di quello di scarabocchiare il dolore
e mettere un sonaglio alla parola.
È quasi sempre triste
ma sorride
come se non le stringessero le scarpe della routine,
come se l’amore non fosse un vestito scomodo
che le tira lo scalfo,
come se il suo taglio di capelli fosse ancora di moda.
È ingrassata,
è diventata vecchia,                    
ha paura.
È quasi sempre triste.
Ha dei bellissimi occhi.


Traducción: Elba Gallenti

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